Il percorso ha tutte le caratteristiche di una
didattica innovativa: l'esigenza di conoscenza parte dal presente e
dal vissuto degli alunni con l'esemplificazione di un percorso di
storia locale; contribuisce alla conoscenza del Novecento con una
tematica di euducazione interculturale; offre un esempio di
laboratorio; ha un'impostazione interdisciplinare.
La valenza del locale
La dimensione locale ha rinforzato la motivazione
ed ha costituito un forte legame col presente e col vissuto degli
alunni, da cui si è partiti per giustificare il ritorno al passato
che poteva spiegare diversi aspetti del loro orizzonte problematico. I
sardi hanno vissuto e in parte vivono ancora certi livelli di
esclusione. Gli studenti, specialmente quelli del biennio,
sperimentano questa realtà di esclusione già come adolescenti nel
loro processo di crescita, nella difficoltà di inserirsi nel mondo
degli adulti; gli studenti sardi anche per aver introiettato alcuni
stereotipi su una presunta "inferiorità dei sardi" . Nellosservazione del locale è stato facile
cogliere il nesso con le realtà delle problematiche interculturali
che travalicano ampiamente i confini del locale. Il locale è
diventato così una occasione per una esperienza di decentramento.
Lungi dal porsi come aggiunta o alternativa al
"programma di storia generale", il locale si è inserito
nella programmazione curriculare costituendone un aspetto
significativo. Altri vantaggi sono il più facile reperimento
delle fonti, la possibilità di visitare i luoghi della conservazione
dei materiali. Questo rende più agevole anche lorganizzazione
dellattività laboratoriale con la conseguente differenziazione
delle strategie.
Educazione interculturale
Siamo entrati in un tema caldo del Novecento: i
nuovi bisogni di cittadinanza, la cittadinanza europea, le relazioni
tra immigrazione e cittadinanza . Entrare nel merito delle dinamiche interculturali
è una esigenza del cittadino di oggi, ed è opportuno farlo a partire
dalle proprie esperienze e dalle personali difficoltà di
integrazione.
La presa di coscienza del proprio percorso
culturale e il riconoscimento di ciò che cè in comune con altri
percorsi aiuta a superare il disagio che viene dalla sensazione di
emarginazione e crea senso di appartenenza. E dal senso di
appartenenza si va alla consapevolezza di essere un soggetto storico
che ha il diritto-dovere di dare un proprio contributo e di assumersi
delle responsabilità.
Metodologia laboratoriale
E stata sperimentata lefficacia di un
laboratorio di educazione interculturale come strategia per educare i
giovani ad una cultura democratica partendo dalla percezione dei
propri limiti e dal desiderio di superamento della situazione di
esclusione per arrivare al rafforzamento della propria identità
individuale e collettiva.
Leducazione civica nella scuola non può più
essere portata avanti con prediche ed enunciazioni di principio, né
con buone lezioni teoriche, ma creando occasioni per fare esperienza
di comunità. E' fondamentale da questo punto di vista quanto dice
Alessandro Cavalli nel saggio Educare alla società civile, in Limiti
della modernità, a cura di Carmen Leccardi, Carocci, Roma, 2000.
Impostazione interdisciplinare
Il percorso è caratterizzato anche da una
impostazione interdisciplinare; si sono incontrate le competenze di
diverse discipline dellarea geostorico-sociale: storia, educazione
civica, italiano geografia, diritto, sociologia. Allindagine storica infatti si accompagnano
necessarie conoscenze sui luoghi: è stato basilare porre in rilievo
la conoscenza di alcune caratteristiche geografiche della Sardegna, ma
anche dei luoghi di provenienza degli "altri". La considerazione delle tematiche legate allincontro/scontro
con le culture altre ha richiesto lutilizzo di competenze
giuridiche e sociologiche.
Nel percorso ha trovato spazio lesercizio delle
competenze comunicative con il conseguente affinamento delle capacità
di ascolto e di comprensione dei testi nonché della qualità della
produzione orale e scritta.


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