I codici della memoria

Diventa, dunque, importante rintracciare i codici della memoria, che diano corpo all'identità individuale e alla riconoscibilità sociale. E' questo il passaggio necessario per stabilire il nesso tra la memoria e i processi storici complessivi. Gli studiosi dei processi della memoria rilevano come il romanzo della vita sia scandito dalla memoria cronologica delle nostre vicende personali e dalla memoria connotativa, caratterizzata dalle persone che abbiamo conosciuto, intessuta dagli eventi di cui siamo stati partecipi o spettatori, plasmata dalle attività che abbiamo svolto. Si possono così riconoscere fasi o fasce di eventi quali contenitori che comprendono, periodizzano e definiscono la vita. Comporre la propria autobiografia consente di connettere i frammenti di realtà personale, rielaborarli con altre informazioni esterne alle nostre vicende e dare significato alla nostra storia soggettiva connessa con la storia generale. Pertanto, è necessario tracciare alcune possibili periodizzazioni relative a percorsi autobiografici, storicamente contestualizzati: gli avvenimenti politici, le trasformazioni di costume, gli elementi del comparto economico, le modificazioni degli assetti sociali e così via.

Nel caso della storia italiana degli ultimi cinquant'anni, gli strumenti di codificazione della memoria devono riferirsi alle fasi del passaggio dall'arretratezza economica e sociale postfascista alla modernità capitalistica e dei movimenti di massa fino alla globalizzazione economica e alla mondializzazione mediatica. Oggi il racconto della memoria non è più appannaggio dei singoli testimoni o di gruppi omogenei, ma è sostanzialmente demandato ai media. Attraverso prodotti culturali di massa, avvengono rievocazioni storiche legate a personaggi ed eventi, anche per rifunzionalizzare la memoria alle esigenze contingenti del presente. Questi "racconti storici" sono, per definizione, fittizi ed effimeri, perché decontestualizzati dalla complessità del periodo storico, e diventano di fatto non comunicabili, perché presentati come esperienze uniche e irripetibili, quindi non trasferibili ad altri vissuti. Ma vi sono anche le operazioni, più o meno intenzionali, per cancellare la memoria: l'oblio indotto da motivazioni politiche, da frustrazioni individuali e di gruppo o da componenti conflittuali della memoria. Vi è cioè una memoria rimossa di situazioni, che, proprio perché dimenticate, diventano anch'esse qualificanti per spiegare e dare senso alle vite individuali e ai percorsi collettivi.

L'assenza di memoria e di storia lascia spazio all'uso pubblico della storia nel determinare l'interpretazione artificiosa del passato per obiettivi politici del presente, indipendentemente dalle reali ragioni dell'accadimento. Il recupero dell'autobiografia, come flusso narrato di emozioni, razionalità, esperienze e vissuti, consente, invece, non solo di delineare storie personali quali tessere del mosaico complessivo, ma anche di rintracciare il significato di appartenenza dei soggetti alla storia generale. In questa dimensione diventa importante ricordare anche i diversi linguaggi della vita: corporeo, musicale, letterario, storico, scientifico, che inducano a frammenti di memoria per ricostruire situazioni concrete e frammenti di emozioni e sentimenti, attraverso la pluralità dei linguaggi.

In conclusione, la ricerca Memoria e insegnamento della storia intende considerare la complessità delle tematiche qui sommariamente indicate, e proporsi, nel contempo, come attività di formazione e di sperimentazione dei docenti.  


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