L'Italia, in quanto paese aderente alla Nato, ha
partecipato direttamente alla guerra aerea e nello stesso tempo č stata molto
attiva sul piano diplomatico per giungere alla tregua. Ha dovuto sostenere il
maggior peso dell'assistenza ai profughi sia
con la Missione Arcobaleno in Albania sia con l'accoglienza in Italia dei clandestini,
che hanno raggiunto in numero straordinariamente alto le coste pugliesi e di 5.000
kosovari a Comiso, in Sicilia.
Il governo italiano di centro-sinistra ha espresso fedeltā alla Nato, ha
operato diplomaticamente nell'ambito dell'Unione Europea e del G8, e ha dovuto nel contempo fare fronte a una parte dell'opinione
pubblica contraria alla guerra, trasversale. La sinistra (sinistra dei D.S.,
comunisti, verdi, tutte componenti della maggioranza di governo, Rifondazione comunista),
il volontariato cattolico e, negli ultimi giorni del conflitto il Partito popolare,
sempre all'interno della maggioranza hanno condannato l'entrata in guerra e hanno
costantemente chiesto la sospensione dei bombardamenti. Sono anche organizzate manifestazioni
pacifiste in molte cittā italiane e dimostrazioni anti-Nato alla base di Aviano,
da cui sono partiti gli aerei per i bombardare la Serbia e il Kosovo. Infine la Lega
e gruppi della destra estrema si sono dichiarati contro la guerra. Il Polo (Forza
Italia, Alleanza Nazionale e CCD) hanno sostenuto l'azione di governo.
Molte basi Nato sono state utilizzate per l'intervento armato. Gli aereoporti della
riva Adriatica dell'Italia sono stati temporaneamente e parzialmente riservati alla Missione Nato.
Aerei di ritorno dalle missioni in Serbia hanno scaricato bombe nel Lago di
Garda e nel Mare Adriatico, provocando gravissimi danni alla pesca.
L'Italia registra anche una crisi del turismo sulla riviera adriatica e in
particolare in Puglia.
Dalla base di Altomare, in Puglia, sono partiti gli aerei militari italiani,
ufficialmente secondo la versione del governo, in azioni di copertura e non in
operazioni di bombardamento. I nostri aviatori sono stati visitati e ringraziati per la
loro opera, molto apprezzata dagli Usa, dal presidente del consiglio D'Alema, alla
fine del conflitto.
Il Papa ha espresso reiteramente l'esigenza della pace e il Vaticano si č
adoperato, fin dai primi giorni, in un'attivitā diplomatica che ha coinvolto direttamente
Milosevic.
L'intervento del governo e del Vaticano, rappresentato dalla Comunitā di S. Egidio, hanno
ottenuto che Rugova, leader democratico del Kosovo, potesse venire in Italia.
L'Italia, per la sua collocazione geografica e per i suoi rapporti politici con l'Albania,
deve necessariamente assumere grandi responsabilitā nella ricostruzione nei Balcani.

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