La relazione tra docenti e studenti

    Il problema maggiormente evidenziato nella relazione a scuola è, infatti, quello della mutazione degli stili cognitivi e della difficoltà di comunicazione tra le generazioni. La rappresentazione degli studenti da parte degli insegnanti e negativa: scarsa capacità di concentrazione, fragilità di carattere, banalità di aspirazioni. Sostanzialmente gli studenti appaiono rassegnati e scarsamente critici e soprattutto nutrono una grande diffidenza verso gli adulti.

   Riguardo alle problematiche del rapporto con gli allievi sono le insegnanti donne a strutturare i giudizi più partecipi ed approfonditi, anche se le domande sul rilievo educativo in merito alla differenza di genere non hanno ottenuto risposte molto convinte ed originali. La questione di genere è semmai affiorata nella relazione interpersonale, in cui si dimostrano appunto maggiormente coinvolte le insegnanti, le quali esprimono forme di "complicità" con i ragazzi, indicandoli come destinatari e fruitori, o meglio interlocutori del loro sapere.

  I docenti più avvertiti si pongono il problema dell’incomunicabilità dei linguaggi e sono consapevoli che la trasmissione tradizionale è insufficiente a soddisfare i bisogni culturali e formativi dei ragazzi e a suscitare quella curiosità intellettuale, che è il primo approccio allo studio partecipato. Non basta, infatti, ridefinire gli obiettivi cognitivi, ma bisogna riflettere contestualmente sugli obiettivi relazionali all’interno di una società connotata dall’ambiguità e dall’incertezza. I ragazzi sono, infatti, lo specchio della società, avrebbero bisogno di certezze, che neppure gli adulti hanno più, e la scuola risente direttamente del declino e del mutamento di valori.

   Inoltre, le aspettative dei ragazzi nei confronti della scuola si sono spostate dalla formazione di stampo umanistico alle richieste di conoscenze tecnologiche e competenze immediatamente spendibili sul mercato. E in tale contesto la storia ha perso la sua centralità conoscitiva e formativa ed è sempre più difficile insegnarla. D’altro canto, però, i ragazzi avrebbero necessità di acquisire a scuola la capacità di lettura e di interpretazione del passato per potersi orientare nella fluidità del presente. E la storia insegnata potrebbe avere il compito di dare elementi di conoscenza della problematicità dei processi, che dal passato informano il presente e si proiettano nel futuro. Ed è dalla conoscenza storica corretta che si forma anche la memoria storica di una collettività.