Autori:
Il sito è stato preparato e realizzato da un gruppo di insegnanti, ricercatori e specialisti
informatici (Patrizia Manno, Roberto Masciadri,
Christian Celona) con
la collaborazione dell’Istituto per la Storia dell’Età Contemporanea (ISEC) di Sesto San Giovanni.
Descrizione: Crimini di guerra presenta una ricca
selezione di documenti storici (in parte inediti) sulla repressione
operata su popolazioni civili dalle forze armate italiane nel corso
delle guerre coloniali (Libia - Etiopia) e della seconda guerra
mondiale (1925 - 1943).
L'approccio ai documenti può avvenire attraverso la guida di
Itinerari o mediante una
lettura diretta dal menu Documenti. Numerosi ipertesti supportano le
interpretazioni collegandole direttamente con i documenti.
Sulla base di dati e documenti, si dà l’opportunità, anche a chi
non è fornito di particolari cognizioni storiche, di capire cosa è
successo e perché ciò sia potuto accadere.
Si vogliono offrire alla portata di tutti i risultati di studi fino ad
oggi confinati, loro malgrado, nelle pubblicazioni specialistiche,
proponendo comunque un ambito di ricerca storica, dove si raggiungono
conclusioni solo sulla base dell'analisi scientifica e del raffronto
di documenti incontestabili e dove l’utente stesso può consultare
direttamente le fonti documentarie.
Non solo documenti e analisi, ma si propongono anche una metodologia
che superi le semplificazioni e le strumentalizzazioni politiche.
Sono stati inserite le riproduzioni di più di 100 documenti originali
dei comandi militari italiani ed alcune fotografie, reperiti sia in
testi pubblicati sia in fondi archivistici.
Il lavoro è suddiviso in due aree di interesse: africana (Eritrea,
Etiopia, Somalia e Libia) ed europea (per il momento Jugoslavia, e in
seguito Grecia, Albania, Francia e Urss), con un occhio di riguardo ai
campi di concentramento gestiti dai militari italiani ed alla
Commissione d’inchiesta per presunti criminali di guerra (attivata
dal Governo italiano tra il 1946 e il 1949).
Sono
state inserite le liste inedite dei presunti criminali di guerra
italiani, redatte dalla War Crimes Commission dell’ONU e dalla
Commissione d’inchiesta per presunti criminali di guerra; vengono
presentati anche i nomi dei morti sloveni e croati nei campi di
concentramento della II Armata italiana.
Un
lavoro importante, che sfrutta appieno molte delle potenzialità
offerte dalle nuove tecnologie e rende conto in modo inequivocabile
della politica di occupazione espressa dell’esercito italiano negli
anni del fascismo.

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