Egocentrismo: in un primo momento egli concepisce il passato come del
tutto differente dalloggi; ma questa opposizione scompare allanalisi: in
realtà il passato non e per il bambino che una sorta di calco del presente. Finalismo:
il bambino considera i fenomeni esterni secondo limmagine delle sue azioni
finalizzate. Lo stesso documento e stato prodotto per "fare la storia"; ad
esempio, gli archivi, sono vissuti come "strumenti di una impresa deliberata dei
protagonisti e dei testimoni degli eventi passati per raccontare alla posterità ciò che
essi hanno fatto e vissuto" (J.N. Luc, 1978).
Personalizzazione: gli eventi storici complessi sono
spiegati attraverso "interventi dallalto", azioni e vicende dei grandi
personaggi. Da ciò un fraintendimento latente: "I riferimenti eccessivi ai grandi
personaggi rischiano di minare la cultura storica dellallievo e, a lungo termine,
quella delladulto; favoriscono 1adesione del cittadino al divismo politico,
uno stato di torpore intellettuale nei confronti del1esercizio del potere" (M.
Debesse). Non conflittualità: il quadro complessivo dei rapporti economici appare
sostanzialmente privo di conflitti; i bambini più piccoli si rappresentano un mondo
armonioso in cui cè perfetta rispondenza tra i bisogni della gente e i beni di cui
si può entrare in possesso; quelli più grandi, poi, "sono consapevoli della
complessità degli scambi economici e delle stratificazioni che esistono tra diversi livelli di reddito, ma non fanno alcun accenno ai
conflitti tra classi che ne derivano" (Berti e Bombi, 1981).
2) Storia, perché?
Lapprendimento delle discipline storiche in età dellobbligo è funzionale
innanzi tutto a sviluppare nei ragazzi il senso del tempo, e i concetti che presiedono
alla sua analisi (causa, relazione fra eventi, successione, contemporaneità, durata,
cambiamento, ritmi del cambiamento, ecc.). Tali abilità logiche saranno poi spendibili
non solo in ambito storico, ma come categorie portanti del pensiero, inteso come abilita
progettuale del presente e previsionale del futuro. Cè poi il versante culturale,
della conoscenza, cioè dei fatti del passato. Le prime abilità, di tipo metodologico, il
bambino 1e può acquisire attraverso 1;-i ricerca, le informazioni le apprende come
prodotto di studi storiografici veicolati con la mediazione dellinsegnante.
Prendiamo lesempio dell'abilità della periodizzazione: periodizzare significa
"delimitare un fenomeno, individuare lo svolgimento di un processo e la sua durata;
è quindi di per se un atto di interpretazione storica" (P. FALERI, 1986). Dentro un
percorso didattico gli alunni imparano ad attivare questa operazione e verificano le
opzioni metodologiche, i criteri interpretativi, ecc.. Ma altra cosa sono le
periodizzazioni stabilite dalla storiografia rispetto alla storia generale (le grandi
partizioni tradizionali) o rispetto ad ambiti di ricerca specifici (ad esempio, i flussi
migratori di una determinata area). In questo caso i ragazzi non operano in prima persona
ma hanno bisogno di essere informati, imparano a conoscere e utilizzare le periodizzazioni
degli storici. Occorre tenere presente costantemente questo doppio versante della
didattica.
3) Una scelta di metodo.
Date tali premesse, appare inadeguata una didattica della storia che si fondi sulla
semplice narrazione dei fatti, o peggio, sulla selezione occasionale dei fatti da narrare
proposta dallinsegnante; il metodo più funzionale per i nostri obiettivi ci sembra
quindi obbligato, ed e quello della ricerca.
4) Condizioni operative per attivare un processo
di ricerca.
complessità come indicazione metodologica individuazione di
unarea problematica definizione dei primi termini del problema (i perché e i come)
definizione del campo dindagine definizione degli ambiti disciplinari
riferimento a teorie, modelli, tracce di ricerca già percorse (bibliografie,
repertori...)
formulazione delle ipotesi
organizzazione dei compiti nel gruppo di ricerca
censimento delle fonti
critica delle fonti
prima raccolta e sistemazione dei dati
analisi comparativa conclusioni
contestualizzazione
comunicazione della ricerca
transfert.
5) Gli obiettivi.
Capacità di problematizzare capacita di periodizzare capacita di
"manipolare" un documento, di riconoscere e classificare una fonte capacita di
interrogare un documento: individuare il mittente ed il destinatario (quando il documento
e volontario): riconoscere le varietà linguistiche del testo, riconoscerne la funzione e
lo scopo capacità di collocare il documento in un quadro generale.
6) Lemigrazione degli italiani
allestero come area problematica: legittimazioni.
offre ai ragazzi loccasione di scoprire come collettivi fenomeni
vissuti in una dimensione egocentrica
rende i ragazzi consapevoli della complessità di un fenomeno vissuto probabilmente
come ovvio
lemigrazione e "una storia senza croi" e per ricostruirla occorre
confrontarsi con una serie sterminata di microstorie sottende una conflittualità di
cause, di esperienze, di scelte.
7) Larea problematica ed i suoi temi.
La mostra "La terra delle promesse", realizzata nel 1989
dallIstituto per la storia dellUmbria contemporanea e presentata dalla Regione
in Europa, Canada, Australia e Stati Uniti fino al 1992, offre una sua articolazione
tematica autonoma e palese: ciascuna sezione e abbondantemente corredata da informazioni
di quadro e da un supporto documentario ricco e complesso. Un primo livello di utilizzo
didattico potrebbe essere quello, tradizionale, dellassunzione da parte dei ragazzi
di una sezione, preventivamente scelta, e del suo completamento e conferma (comunque in un
rapporto di "dialogo" con le conclusioni del curatore) attraverso un apporto
documentario aggiuntivo (linsegnante potrebbe affrontare con i ragazzi il problema
dei criteri di lettura e classificazione dei documenti, le tecniche di costruzione di
strumenti dindagine e di raccolta dati: griglie, questionari, interviste, modelli di
lettura della documentazione iconica e di quella scritta...). Oppure si potrebbe tentare
di "smembrare" la logica espositiva della mostra, recuperandone la
documentazione, riaggregandola poi per temi distinti; in altre parole, usare la mostra
come "serbatoio di documentazione". E cosi possono prendere consistenza diversa
temi, a volte impliciti nellattuale sistemazione dei materiali, attraverso i quali
attivare ed articolare una unita didattica (questa e un percorso minimo nel quale siano
prefissati e socializzati obiettivi generali, obiettivi specifici, strumenti di ricerca,
modi e tempi di comunicazione degli esiti, verifiche del percorso). I sottoproblemi
dell'area tematica possono essere, fra gli altri:
- le sacche demigrazione
- la direzione
- il viaggio
- le date (importanti sono le periodizzazioni)
- gli scopi
- le occupazioni
- lintegrazione nella nuova società
- i ritorni
8) Struttura di una sottounità.
Ciascun problema in cui e articolabile il grosso tema della emigrazione, che fa da
supporto allunita didattica, potrebbe essere indagato attraverso una serie di
materiali strutturati attraverso schede di lavoro cosi concepite:
- sezione I
una serie di informazioni di sfondo entro le quali i ragazzi collocano
temporalmente, spazialmente e come rete problematica i documenti che successivamente
saranno loro proposti (e il lavoro della preparazione della "lezione"
questa volta scritta da parte dellinsegnante, che si avvarrà degli strumenti
"tradizionali" di documentazione: il libro di testo, la bibliografia, il
repertorio antologico di critica storica...)
- sezione II
selezione dei documenti pertinenti al problema (operazione da compiersi da
parte dellinsegnante) con uno spazio finalizzato allinserimento di analoga
documentazione raccolta dai ragazzi. E opportuno che tale documentazione sia la più
accessibile possibile (foto, passaporti, lettere, opuscoli di viaggio...); ogni documento
(non più di tre, quattro, complessivamente) sarà corredato:
a) da una scheda informativa di tipo archivistico, nella quale siano contenuti gli
esiti di una lettura interna (tipo di fonte, provenienza, catalogazione, emittente,
destinatario, vicende interne, ecc.)
b) da una scheda interattiva attraverso la quale i ragazzi, condotti da opportune
domande, sono chiamati a riconoscere le informazioni contenute nella documentazione
c) da una tabella di sintesi nella quale le informazioni di carattere generale
vanno ad essere integrate, modificate, smentite, da quelle raccolte attraverso la
documentazione.
- sezione III
costruzione di strumenti di sintesi (cartelloni, relazioni, articoli, saggi, video...) che
costituiscono allo stesso tempo verifica e comunicazione dei primi risultati
del percorso didattico e di ricerca.
9) Una mostra da smontare.
La mostra è un prodotto da leggere nei capitoli in cui è stata pensata, ma anche da
"smontare" in funzione della didattica. Ciò che caratterizza questa proposta è
linterattività fra documento e studente, chiamato questultimo a costruirsi i
"ferri del mestiere" per poter procedere: questionari, tracce dintervista,
schede di "scrematura dei dati".
Qualsiasi tema si voglia scegliere allinterno di
unarea problematica (qui la sintende come "suggestione di problemi",
come intuizione di un campo di ricerca presumibilmente interessante per i
ragazzi) esso risulta in un certo qual modo "pretestuoso"; nel senso che e il
gruppo di ricerca, didatticamente attivato, che delimita il campo, predispone gli
strumenti dindagine, seleziona ipotesi rispetto ad altre, si attrezza a mutare il
cammino ogni qual volta lo ritenga necessario (carenza di documentazione, problemi privi
di "rilancio" e quindi troppo esaustivi, richiesta di abilita mal tarate
rispetto al progetto di partenza...). Preconfezionare piste didattiche di ricerca storica
appare a prima vista quindi altrettanto forzoso quanto riscrivere un testo di storia: il
pericolo grosso e rappresentato dal contrabbandare sotto letichetta della ricerca
percorsi tematici già confezionati, "precotti", da somministrare alla stregua
di un capitolo di storia narrata (solo che cambiano gli argomenti). Per questo
ciascuna scheda che andrà a scandire 1unità didattica e pensata per risultare la
più aperta possibile, tarabile sulle abilità pregresse del gruppo, integrabile nella
quantità e nella qualità delle informazioni da dare ai ragazzi, usabile per esiti
comunicativi non necessariamente "letterari". Una mostra fotografica offre
quantità di materiale estremamente polisemico (da un punto di vista della
interpretazione) e poliedrico (da quello dei temi). Noi abbiamo scelto uno di questi temi
possibili fra quelli rintracciabili nellarea dellemigrazione: e solo un
esempio significativo di come si potrebbe procedere.
Nota bibliografica 
Queste indicazioni non costituiscono una bibliografia
esaustiva sullemigrazione umbra, tanto meno sulla didattica della storia nella
scuola dellobbligo. Intendono soltanto suggerire i materiali che sono serviti a
costruire questa Unita didattica, con lo scopo di esemplificare un frammento del lavoro
del docente che si accinga a percorrere un itinerario analogo a quello che andiamo
proponendo.
Pubblicazioni utilizzate.

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migratoria degli umbri, in S. DI CARLO (a cura di), Identità e comunicazione nei
processi migratori umbri, Quaderni della Regione dellUmbria, Perugia, 1983.
A. CIOCI, Due ferrovie, una storia, Bastia Umbra,
Kronion, 1986.
A. Croci, La ferrovia Spoleto-Norcia, Bastia Umbra,
Kronion, 1987.
ISTITUTO CENTRALE DL STATISTICA, Le regioni in cifre,
Napoli, 1978.
R. LEYDI, I canti popolari italiani, Milano,
Mondadori, 1973.
P. REEVES, Ellis Island. Gateway to the american dream,
New York, Crescent Books, 1991.
L. Tosi, La terra delle promesse. Immagini e documenti
dellemigrazione umbra allestero, Perugia, Electa Editori Umbri Associati,
1989.
L. Tosi, Lemigrazione italiana allestero in
età giolittiana. Il caso umbro, Firenze, Olschki, 1983.
Materiale fotografico e documentario.

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dove...", Mostra fotografica, 1991.
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Milano, Mondadori, 1992.
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scuola elementare, Firenze, La Nuova Italia, 1986.
P. FALTERI, G. LAZZARIN (a cura di), Storia di segni
storia di immagini. Orientamenti per la formazione storica di base (2), Firenze, La
Nuova Italia, 1992.
M. FERRO, Comment on raconte lHistoire aux enfants
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L. LANDI (a cura di), Storia locale e didattica della
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