Paolo Garimberti riferisce che molti lettori del "Venerdì
di Repubblica" criticano che il settimanale non abbia dedicato spazi di
approfondimento sulla situazione del Kosovo ed esprimono apprezzamento per una
trasmissione di Rai3 dal titolo Jugoslavia, morte di una nazione. Queste osservazioni gli
propongono due tipi di riflessioni: la prima è che le immagini hanno una forza
comunicativa molto più alta delle parole, la seconda è che lo strumento televisivo
poteva essere utilizzato meglio: meno commenti e più informazione.
Il brano è tratto da L'arte
di mostrar la guerra in "Venerdì di Repubblica", 4 giugno 1999.
La televisione italiana ha troppo spesso
privilegiato il dibattito in studio rispetto ai programmi documentari, finendo in qualche
modo per tradire la sua missione, che è quella di mostrare prima che di commettere: una
subcultura da bar Sport, che magari è congeniale allo spirito italico, ma che quando si
applica a temi drammatici come la guerra e la pace finisce per essere più nociva che
utile. Così in queste settimane abbiamo assistito a molte risse televisive, interpretate
quasi sempre dagli stessi protagonisti, che hanno sparso a piene mani i semi della
partigianeria e anche dell'incompetenza e hanno aumentato la confusione, anziché la
chiarezza. La trasmissione di Rai3 ha fatto giustizia di tanta insulsaggine.Non a caso era
basata su un prodotto e su una formula provenienti da un Paese dove la televisione è nata
prima ed è sempre stata usata meglio.
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