ISTITUTO NAZIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE IN ITALIA
ISTITUTI ASSOCIATI

MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
PRESIDENZA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

DONNE E UOMINI NELLE GUERRE DEL NOVECENTO IN ITALIA
FONTI DI MEMORIA E STORIOGRAFIA

a cura di Silvana Sgarioto

PRESENTAZIONE
di Silvana Sgarioto

La guerra che verrà

non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
(Bertold Brecht, Poesie e canzoni, a cura di R. Leiser e F. Fortini, Torino, 1973, p. 117).
 

Il voluminoso dossier che presentiamo raccoglie la storiografia, le fonti di memoria e i materiali didattici prodotti da 49 Istituti storici della Resistenza e dell'età contemporanea, diffusi su tutto il territorio nazionale, ma con una presenza più fitta nel Nord e nel Centro. Si tratta della produzione degli ultimi tre decenni, ma in alcuni casi risale agli anni sessanta.
La seconda guerra mondiale raccoglie il numero più rilevante di ricerche sollecitate non solo dal corpus documentario che gli Istituti conservano, ma anche da iniziative seminariali, coordinate dall’Insmli e realizzate a partire dagli anni novanta. Un altro nucleo importante è rappresentato dalla Shoah e dall’applicazione delle leggi razziali, uno degli ambiti in cui ricerca e mediazione didattica si sono confrontati con maggior profitto. Sulla prima guerra mondiale e sulle guerre coloniali, le ricerche si concentrano prevalentemente in alcune aree (Trentino, Venezia Giulia e Piacenza, ma anche Pesaro e Como hanno pubblicato fonti memorialistiche).
La cornice tematica per la sua ampiezza (Donne e uomini nelle guerre del Novecento in Italia) avrebbe richiesto un filtro a maglie strette. Abbiamo intenzionalmente lasciato le maglie piuttosto larghe, dando a ciascun Istituto la libertà di scegliere quanto ritenesse ancora attuale e utilizzabile per l'insegnamento-apprendimento della storia contemporanea. Un criterio soggettivo ed empirico che rende la raccolta non rigorosa dal punto di vista biblioteconomico, ma a nostro avviso coerente con le domande e le esigenze della didattica.

Ciascun titolo è corredato da una descrizione, ad eccezione dei saggi pubblicati sulle riviste. Abbiamo scelto di presentare i materiali in ordine cronologico piuttosto che nel più neutro ordine alfabetico, al fine di restituire al lettore lo stesso andamento della ricerca, l'emergere di temi e piste di lavoro nuove nel corso del tempo. Non ci è sembrato di andare "fuori tema", segnalando anche riflessioni metodologiche sulle fonti visive, sulle fonti orali, sulle immagini della storia e sulle percezioni del tempo nei giovani.
Le risorse che si offrono in questo modo agli insegnanti sono di natura diversa. Oltre a indicare alcune tappe della storiografia politico-militare, risulta evidente la prevalenza della storia locale e dell'attenzione nei confronti dei soggetti, due modalità di accesso alla storia, che sono risultate ricche di potenzialità interpretative per gli stessi storici e capaci di dare un contributo rilevante alla ricerca didattica. Una bibliografia orientativa e molto selettiva, curata da Giorgio Rochat, fornisce i riferimenti essenziali e le coordinate per orientarsi nella sterminata e intricata selva della produzione storiografica e delle sintesi generali su guerre coloniali, guerre mondiali e Resistenza.

Le guerre sono uno dei temi ineludibili per lo storico e per l’insegnante, segnano una rottura della continuità, producono una grande mole di documenti e monumenti. Sono state perciò da sempre materia privilegiata della ricerca storica e della divulgazione.
Negli ultimi decenni del secolo, che sta per finire, sono emerse nuove domande; nuove fonti documentarie sono state prodotte e ricercate (per es. le fonti orali e la memorialistica). Le guerre sollecitano la memoria e la narrazione dei soggetti, non solo dei protagonisti ma anche della gente cosiddetta comune e delle donne, che uno stereotipo di genere considera estranee o solo vittime, insieme ai bambini, dei conflitti bellici. La fortuna della trasmissione La mia guerra di Rai Tre (1990) e l'istituzione dell'Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano dimostrano ampiamente, che le guerre coinvolgono tutti, uomini, donne, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, tanto più le guerre totali del Novecento sempre più rovinose per la popolazione civile. E la scrittura o il racconto orale sono spesso serviti a curare le ferite della memoria e ad aprire nuovi terreni alla ricerca e alla didattica.
Le guerre vanno considerate indubbiamente una delle rilevanze del Novecento. Affrontarne lo studio a scuola a partire dalla pluralità delle fonti e dai problemi che la ricerca continua a porsi, può rappresentare un contributo per creare nuovi orizzonti di senso, muovere desiderio di conoscenza e riconoscere la possibilità di trovare strade alternative alla risoluzione violenta dei conflitti.

I materiali che proponiamo offrono l'opportunità di uscire fuori dalla narrazione impersonale del manuale, di interrogare il passato a partire dal presente, di promuovere ricerche didattiche sensate. Non sono presenti solo volumi, saggi, cataloghi di mostre editi, ma anche letteratura grigia, prodotti spesso, gli uni e l'altra, nell'ambito di corsi di aggiornamento e all'interno di iniziative promosse e organizzate grazie alla collaborazione tra Istituti storici, scuole, enti e istituzioni varie (Cooperative, Banche, Comuni, Provincie, Regioni e via dicendo).
Si tratta spesso di collaborazioni che si sono poste la finalità di favorire la trasmissione di memoria tra le generazioni, che la nostra cultura dell’usa e getta ha irrimediabilmente perduto. La scuola dovrebbe svolgere un ruolo di supplenza rispetto alla rimozione delle esperienze delle generazioni precedenti nel passaggio da una società che conservava echi di ricordi comuni a tutti, insieme agli ultimi preziosi esempi di figure adulte capaci ancora di raccontare per il puro piacere di narrare e al di là di finalità "razional-cognitive"spesso dominanti nella pratica scolastica, e che trasmetteva da una generazione all'altra alcuni riti di passaggio per l’infanzia e la prima adolescenza, a una società che è priva sia delle une sia delle altre.
Non proponiamo, dunque, solo materiali tipologicamente diversificati, ma anche esperienze di cooperazione – tra scuole, enti e istituzioni presenti sul territorio– di cui alcune produzioni rappresentano l'esito felice, augurandoci che possano suggerire e stimolare forme di intervento e iniziative alle scuole dell'autonomia.
All'Istituto storico locale l'insegnante che lo desideri potrà rivolgersi per scambiare idee, progettare moduli e unità didattiche a partire da fonti e storiografia sperimentate, ragionare sul curricolo, contattare esperti e storici per iniziative mirate di formazione e aggiornamento, trovare un valido sostegno per l'allestimento di laboratori di didattica della storia, consultare biblioteche e archivi di storia contemporanea.

La rassegna segnala anche altri prodotti: video e cd-rom curati dai soggetti più vari (esperti, insegnanti, studenti), che condividono tuttavia premesse comuni, l'uso di una tecnologia nuova e il gusto antico di dialogare con le fonti.
Last but not least i siti: un nuovo importante spazio per raccogliere, discutere, far circolare saperi, esperienze, conoscenze e risorse utili per la ricerca didattica e l'innovazione dell'insegnamento-apprendimento della storia contemporanea.
È tempo ormai che la storia smetta di essere considerata da ragazzi e ragazze “una noia terribile”, una sequenza insensata di guerre e conflitti tra potenti, dove “gli uomini sono dei buoni a nulla, le donne non ci sono mai", come appariva due secoli fa a Catherine, la giovane protagonista di Northanger Abbey di Jane Austen.

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